Nulla di Più
Accovacciato su di un sasso tenevo lo sguardo incantato e volto all'insù, verso quel luccichio splendente, fatto di stelle diamantate dal numero infinito. C'era il rumore del ruscello come sottofondo e le voci dei miei due amici, nulla di più.
Poco prima, avevamo recuperato le corde delle doppie, con le pile frontali. Avevamo appena ultima l'apertura e chiodatura, di una via nuova, sulla sud della Cima Saoseo. Dieci lunghezze, di cui 6 su roccia stupenda. Da tempo non mi ritrovavo ad andar in montagna con Manu.
Trent' anni, ma potevano esser benissimo venti o quaranta. Tutto quel cielo sopra la testa, con tutti quei diamanti che brillavano, in quella notte senza luna, sottraeva la mia età. Quel cielo, insieme al rumore del fiumiciattolo, che usciva dal Lago Nero, e insieme alle parole di Manu e del Faz, immortalavano quel mio frangente in uno spazio finito e ben definito. In quell'istante, davvero qualcuno o qualcosa, o entrambi assieme, erano riusciti a sospendere in aria, i granelli di sabbia della clessidra mentre erano ancora intenti a scivolare giù velocemente.
Avevo spento la frontale, così da osservare al meglio quello spettacolo che mi sovrastava, quel frammento di cui facevo parte. Per un momento, senza alcun dubbio, ecco ritrovarmi a credere di non esser altro che un particolare importante di un quadro. Un tempo magico fermato su tela, per sottrarre al tempo quel tempo e conservarlo nel tempo. Nulla di più. Per un attimo, quella sensazione tangibile e reale che le lancette dell'orologio si fermarono. Si fermarono, quasi con l'unico scopo di darmi modo di commuovermi al fianco di colui che, da qui a pochi giorni, avrei condotto all'altare, colui che non è proprio un amico, casomai, più come un mio fratellino.
Manu ha da sempre amato la montagna quanto me, da sempre è stata il suo giardino segreto, il campo di battaglia per il suo corpo e la sua mente, il gioiello prezioso da condividere con gli altri, il rifugio e la panchina dove riprendere fiato. La montagna: quasi tutto per lui. Quasi perché poi un giorno incontrò Anna. Da quel dì, quel testone, non desiderava altro che sposare quella donna. Nulla di più. Nulla di più se non starle vicino e renderla felice. La montagna non era più tutto.
La montagna, l'andar per monti, scalare sulla roccia o scendere canali con gli sci è solo una fetta della torta, una piccola parte, ma nulla di più. L'amore invece è tutto, è la magia più grande, è il dono più grande!
Domani il mio fratellino si sposa, questa via il suo addio al celibato. La sua felicità e quella di tutta la sua famiglia, NULLA DI PIU'!!! Auguroni!!!
Fabio Fazzini
Giuliano Bordoni
"Nulla di più" - Cima Saoseo, parete sud - 10 lunghezze fino al 6a+
Emmanuel Panizza - Fabio Fazzini - Giuliano Bordoni
domenica 16 settembre 2012
leggero, veloce, profondo
giuliano "bordons" Bordoni